In
questi giorni, sono giunte molte notizie dal mondo. La notizia più sorprendente
è quella che giunge dall’India. In india essere omosessuali è ritornato a
essere un reato punibile con il carcere
fino a 10 anni.
A
confermarlo è stata la Corte Suprema Indiana,
annullando una sua precedente sentenza del 2009, che diceva il contrario, poiché spetta al parlamento legiferare sulla questione. Da segnalare è il fatto che il ricorso è stato promosso da associazioni
musulmane e cristiane che rappresentano, insieme, solo il 15% della
popolazione indiana, che è induista all’81%, religione che non ha mai
condannato l’omosessualità. Il reato, infatti, fu introdotto nel 1860 dai
coloni britannici.
Un fatto, questo, che sottolinea in modo univoco,
l’accanimento storico e tuttora attuale di Islam e Cristianesimo nei confronti dell’omosessualità.
Sempre
in questi giorni, l’Alta Corte Australiana
ha annullato la legge per il matrimonio gay promulgata dal parlamento
provinciale di Canberra (La provincia della capitale, Sidney), annullando
anche, le circa 27 nozze che sono state celebrate nei giorni successivi
all’entrata in vigore del provvedimento. Il ricorso è stato attuato, in questo
caso, dal governo federale, in ragione del fatto che un parlamento provinciale non
può legiferare in modo concorrenziale alla legge federale del matrimonio del
1961.
La
corte ha dichiarato, che solo una legge federale può dare autorizzazione legale
per il matrimonio omosessuale ed è quindi competenza del parlamento federale
legiferare sulla questione.
In
Italia, invece, minacce e insulti omofobi sono stati rivolti a Camilla Seibezzi, consigliera del
Comune di Venezia con delega dall’amministrazione per i diritti civili e la
lotta alla discriminazione. Offese omofobe e minacce campeggiavano sulla
bacheca Facebook di un suo avversario politico, il consigliere di Fratelli
D’Italia, Sebastiano Costalonga.
Insomma
notizie che destano preoccupazione e allarme, ma che fanno riflettere come la
questione dell’omosessualità non sia un capitolo chiuso o da lasciare in
secondo piano rispetto ad altre questioni.